sabato 23 febbraio 2013

Big Motta


E’ storia risaputa dell’avvento improvviso degli anime Giapponesi nei palinsesti televisivi Italiani verso la fine degli anni 70. Dato il successo della maggior parte dei personaggi di questi cartoni animati, così innovativi, anche l’editoria del nostro Paese decise di sfruttare il momento propizio e vennero pubblicate le versioni nostrane dei beniamini della tv. Miriadi di storie con orfanelle, pescatori, api, fuchi, signorine mascoline e robottoni vennero sceneggiate e disegnate anche da artisti del calibro di Luciano Bottaro, Leone Cimpellin, Giancarlo Milazzo, Antonio Terenghi, Umberto Manfrin. E queste storie a fumetti permisero a diverse pubblicazioni di restare in edicola con buoni guadagni.      
 Anche l’editore Renato Bianconi decise di cavalcare il successo del momento e alle abituali testate dedicate al fumetto umoristico per ragazzi decise di affiancare un nuovo personaggio che potesse invogliare all’acquisto le nuove generazioni di lettori, più interessate ai cartoon televisivi che alle letture di un albo a fumetti.  
  A farsi carico del compito fu Alberico Motta che, fin dall’esordio, fu dapprima autore completo e poi sceneggiatore principe della casa editrice: a lui si devono la quasi totalità delle storie del nostrano Braccio di ferro, Soldino, Felix , Provolino o Geppo. Crea anche Pierino, disegnando e sceneggiando le storie di questo ragazzino capace di vivere avventure ai quattro angoli del mondo ma anche brevi episodi calati in un tranquillo quotidiano. Episodi spesso originali e con una struttura narrativa di avanguardia, per l'epoca!  Dotato di un’originalità e di una creatività straordinaria Motta ha anticipato i tempi creando Nerone, un protagonista “cattivo e cinico”  ( molto prima dell’avvento dei Simpson), ha creato storie di metafumetto grazie a Zig Zag, una penna biro che interagisce con lo scarabocchio che ha disegnato, insegnandogli  come ci si comporta in una tavola a fumetti, ha inventato tante storie e gag con diversi livelli di lettura, gradevoli per un bambino ma anche per un adulto.  Quindi decide di non adattare un personaggio tv già esistente ma di crearne uno nuovo, andando a pescare tra il genere di maggior successo da sempre: quello del robot gigante in grado di contrastare l’invasione aliena.  Così nel 1980, Motta presenta le avventure di Big Robot , ultimo baluardo per un genere di fumetti che sta volgendo alla sua conclusione nelle edicole.    
Grazie al suo segno sempre chiaro e estremamente curato ( una “ligne claire” Italiana)  Motta, in questa esperienza “alla Giapponese” fa ricordare Osamu Tezuka in tempi dove il massiccio avvento dei manga era impensabile, e addirittura adotta un metodo _ per l’epoca _ innovativo  riutilizzando i disegni con le situazioni ricorrenti ( L’uscita del robot dalla base, la lotta, alcuni primi piani…) proprio come è usuale nel cinema d’animazione! Le sceneggiature non hanno niente da invidiare a quelle di Go Nagai e colleghi, grazie a dei personaggi sfaccettati che sanno piangere ma anche far ridere e farci emozionare, affrontando temi come la religione o le conseguenze del potere, atipici negli albi per ragazzi dell’epoca. 
Nonostante questo personaggio possa considerarsi un precursore, una sorta di manga realizzato in Italia, purtroppo la serie non superò la dozzina di numeri. 
 A farla conoscere agli appassionati del genere ( ma per esteso anche a tutti gli intenditori del buon fumetto!) è ora la Kappalab, casa editrice da sempre innovativa e attenta alla qualità.
 In un formato pocket e con un’ottima carta che esalta i disegni , dopo più di trent’anni vengono riproposte le storie di Antares e del suo robottone, ad un prezzo conveniente. 
Rispetto alla versione originale, costituita da due vignette per pagina, qui  il formato è a tre strisce e i testi sono stati revisionati dallo stesso autore che ha anche realizzato un nuovo lettering. 
Per ora è uscito il primo volume ma altri ne seguiranno, a completare la saga di un personaggio davvero innovativo, con la speranza che ci sia una massiccia riscoperta di altri autori Italiani altrettanto validi.


mercoledì 6 febbraio 2013

Braccio di Ferro all'Italiana

Bei tempi gli anni cinquanta, per il fumetto umoristico! In quel periodo si formarono gli autori che sarebbero diventati grandi nomi del fumetto nostrano: Pratt, Battaglia, Uggeri, Nadir Quinto, Tacconi ma anche Bottaro, Jacovitti, Carpi, Manfrin, Gatto, Scala, Asteriti, Tonna, Carpi e Scarpa! Soltanto di recente ad alcuni sono stati attribuiti i giusti meriti. Oltre a essere "maestri Disney Italiani" alcuni disegnatori hanno dedicato la loro arte anche ad altri personaggi tutti Italiani e ancora oggi ben vivi nei ricordi di molti. Altri si sono dedicati esclusivamente a questi ultimi con una fedeltà ammirevole: Geppo, Nonna Abelarda, Soldino, Chico, il gatto Felix, Provolino sono "vissuti" per anni grazie al lavoro di geniali artisti del pennello come Sandro Dossi, Alberico Motta, Tiberio Colantuoni e Pierluigi Sangalli. Autori non abbastanza valorizzati che per oltre trent'anni hanno lavorato nelle sigle editoriali di Renato Bianconi, editore di molteplici testate umoristiche per ragazzi. Ci sarebbe da scriverci un libro su questo editore e il suo staff che tanto hanno dato al fumetto umoristico!
Per ora mi piace ricordare un disegnatore che fu uno dei principali artefici del successo dell'edizione Italiana di "Braccio di Ferro" , il Popeye di Elzie Crisler Segar che per anni fu uno dei giornalini più venduti in edicola con varie testate a suo nome.
Pierluigi Sangalli nasce a Monza nel 1938 e all'oratorio conosce Alberico Motta che con lui divide la passione per il disegno tanto che spesso le loro opere vengono appese sui muri della parrocchia dove entrambi passavano le giornate. A 19 anni ottiene il diploma di ragioniere ma quel lavoro gli va stretto e chiede a Motta ( che nel frattempo ha trovato lavoro come disegnatore presso la Dardo ) di insegnargli il mestiere in modo professionale. Così ,dopo aver imparato i primi rudimenti del mestiere, Sangalli si rivolge a diverse case editrici tra le quali quella di Bianconi che all'epoca si chiamava edizioni Il Ponte. Il modo di lavorare alle edizioni Bianconi era funzionale alla sua vasta produzione: i disegnatori non stavano mai con le mani in mano e se un collega era in ritardo con la consegna ce n'era sicuramente uno pronto con una storia sostitutiva. In pratica non veniva preso in considerazione il singolo autore bensì la sua produzione. E c'è da dire che insieme ai suoi colleghi ( Sandro Dossi, Nicola Del Principe, Umberto Manfrin, Mario Sbattella e Motta) Sangalli ne ha disegnate un'infinità di storie, quasi sessantamila pagine di Geppo, Felix, Pinocchio e Braccio di Ferro per lo più, e tutte di buon livello nonostante la quantità richiesta. Addirittura disegnò una storia di 24 pagine assieme all'amico Dossi in soli due giorni e mezzo! Però Bianconi non è mai sceso sotto un certo standard qualitativo nonostante accettasse tutta questa mole di lavoro e anche se in modo un po' discutibile e naif fu il primo a riconoscere ai suoi autori i diritti di ristampa.
Ci fu un periodo in cui a "Braccio di Ferro" vennero dedicate sei testate "cannibalizzando" forse la testata principale ma le stesse storie di Sangalli vennero pubblicate per anni all'estero: in Francia ma anche in America!
Per disegnare il marinaio mangiaspinaci Sangalli, più che guardare Segar, si ispira a Bud Sagendorf ma a causa del limite di pagine imposto dalla pubblicazione ( le storie Italiane variavano da 8 a 24 pagine) non può rispettare lo schema originale Americano con tanti personaggi che interagiscono assieme per cui si decide di far vivere a ciascun personaggio delle avventure in proprio, accentuando e talvolta modificando il loro carattere.
Da una quasi dimenticata avventura di Ralph Stein e Bela Zaboly vengono rispolverati i Ming, piccoli e acerrimi nemici di Popeye, ma compare anche Eugenio il Gip che però non mantiene le sue qualità "magiche" e assurge più a semplice animale da compagnia. La strega del mare viene battezzata Bacheca e le si dona un figlio, Timoteo, assente nel fumetto originale ma che è parte del successo della pubblicazione Italiana. Il papà di Braccio di Ferro viene tramutato in un vecchietto alla perenne ricerca di Italico barbera e quindi viene ribattezzato Trinchetto e anche il gigante Grissino ( mutuato da vecchie strip) qui vive brevi avventure da protagonista. Autore della quasi totalità delle storie è Alberico Motta che ha deciso di abbandonare il disegno per dedicarsi al mestiere di sceneggiatore ( ma anni dopo riprenderà i pennelli per lo Staff di If e la Disney Italia).
Sangalli è prolifico anche nel disegnare storie di Geppo, il diavolo buono creato da Chierchini e perfezionato da Carpi, ma ben presto le consegne dei fumetti del collerico marinaio lo pressano e gran parte del lavoro diventa esclusiva dell'eclettico Sandro Dossi, già collaboratore alle chine ( Con la chiusura delle edizioni Bianconi il bravo Dossi saprà essere a suo agio anche con i personaggi Disney, Warner e Hanna & Barbera, confermando la sua bravura. Ma tutto ciò merita un futuro post ).
Nel dicembre del 1973 nelle edicole compare un nuovo mensile della Bianconi, "Pinocchio", poichè chiunque può sfruttare il personaggio di Collodi essendo passati più di cinquant'anni dalla creazione, e anche qui Sangalli dà il meglio di sè, assieme ai collaudati Motta, Dossi e Colantuoni.
Ma i tempi cambiano e le tirature delle Edizioni Bianconi ( divenute Edizioni Metro) non sono più quelle di un tempo e nel 1993 il grande editore scompare e sebbene sua moglie Rosalia Guccione cerchi di mantenere le riviste nelle edicole dopo vari tentativi è costretta a chiudere l'attività.
Pierluigi Sangalli attualmente collabora con la regione Lombardia realizzando vari poster, depliant e illustrazioni didattiche per le scuole ma sarebbe bello vederlo di nuovo all'opera _ assieme ai suoi sempre validi colleghi _ in una pubblicazione che faccia conoscere alle nuove generazioni di lettori il famoso marinaio di Segar e la divertente interpretazione che per anni gli hanno dato dei disegnatori che hanno reso grande il fumetto umoristico Italiano.