domenica 29 novembre 2009

La dama y la muerte

Un'opera prima in 3D che arriva direttamente dalla Spagna, realizzata da Javier Recio Gracia della Kandor Graphics di Granada e prodotta dal celebre attore Antonio Banderas e dalla Kandor Moon. Un cortometraggio di 7 minuti che è stato selezionato ai premi Oscar e che a qualcuno ha ricordato i disegni animati della Pixar ma la società Americana non scriverebbe mai una trama simile! Qual è la trama? Una vecchietta vive ormai sola in attesa di potersi ricongiungere in cielo col suo defunto marito. Una notte la sua vita si affievolisce e la Morte arriva per prendersela con sè. Ma...un borioso dottore l'ha riportata in vita ad ogni costo (le infermierine sospirano di voluttà!) e la vecchietta si risveglia, suo malgrado, in ospedale. Tra il tracotante dottore e la Dama con la falce inizia una sfida dove in palio c'è il destino della povera vecchietta. Il finale è inaspettato e ha fatto discutere diversi critici in tempi dove l'accanimento terapeutico e l'eutanasia sono discorsi quantomai attuali nel nostro Paese, ma anche altrove.

giovedì 24 settembre 2009

Code Geass !


“Se esistesse un male che la giustizia non può affrontare, cosa faresti? Fronteggeresti quel male macchiandoti della stessa colpa? Oppure accetteresti l’impotenza della giustizia a costo di soccombere a quel male? In ogni caso, il male resterebbe. Io invece scelgo di essere il male che combatte un male peggiore!” Queste sono le parole del nuovo personaggio anti-eroe dell’animazione Giapponese, ovvero Lelouche Lamperouge che ha giurato di distruggere l’Impero di Britannia dopo che suo padre, Charles, l’imperatore, non ha mosso un dito per scoprire l’assassino di sua madre Marianne e che ha reso cieca e paraplegica la sua sorellina Nunally. Nell’anno 2010 dell’Era Imperiale tutto il mondo è sotto il dominio di Britannia e il popolo Giapponese è relegato in un ghetto chiamato “Area 11 “ ma gruppi di ribelli cercano di contrastare la brutalità dell’esercito, scontrandosi con i mecha imperiali detti Nightmare. Trovatosi per caso in un agguato dei ribelli Lelouche scopre un segreto militare, ovvero una misteriosa ragazza , C.C. ,che gli dona il potere di imporre la volontà ( una volta soltanto) a chiunque capiti sotto al suo sguardo. Il giovane userà questo potere per diventare Zero, il capo dei ribelli che si nasconde dietro una misteriosa maschera e chegrazie a uno straordinario intelletto porterà scompiglio al potere dei Britanni. Il suo scopo è costruire un mondo perfetto senza ingiustizie dove Nanally potrà vivere felice.
Ma questa missione comporta sacrifici inimmaginabili che modificheranno la vita di Leloch che dovrà drammaticamente vivere nella stessa menzogna che detesta . Nel corso degli avvenimenti si renderà conto che spesso le apparenze ingannano e niente deve essere dato per scontato . Una felicità donata al mondo e plagiando la volontà altrui è costruttiva? O la ricerca graduale di uno stato di felicità induce a coltivare ambizione e conoscenza e dunque è preferibile? Code Geass - Lelouch of the rebellion (コードギアス 反逆のルルーシュ, Kōdo giasu hangyaku no rurūshu ) è una serie in 50 episodi prodotta dalla Sunrise , conosciuta per gli intrighi delle sue serie ( Gundam, Planetes, ecc…) il cui character design è opera del gruppo delle Clamp , ( che quest’anno hanno festeggiato il ventennale della loro carriera) che disegna i model sheet dei protagonisti. Ben presto, come spesso accade per questo genere di serie di successo, i personaggi sono diventati multimediali “sconfinando” in romanzi, manga e video giochi e ricevendo numerosissimi premi quali il Tokyo Anime Award e l’Animation Kobe come miglio serie tv o addirittura il Seijou Award dedicato al doppiaggio, dove Jun Fukuyama , che doppia il protagonista, grazie alla sua voce sensuale e alla bravura ha affascinato numerose fan. A proposito di doppiaggio c’è in effetti da rilevare che, a differenza di numerose serie Giapponesi il cui doppiaggio è poco curato, “Code Geass” vanta buoni doppiatori e un discreto livello tecnico ( tuttavia non privo di difetti) che difficilmente si nota in altre produzioni. Dopo tre anni dalla messa in onda Giapponese la serie è arrivata in Italia grazie alla lungimiranza di Carlo Freccero, ora direttore della satellitare Rai 4 , che ha acquistato la serie dalla Dynit, società da anni nell’editoria dei DVD. A curare la scelta delle voci è stato chiamato il sottoscritto e con la supervisione di Carlo Cavazzoni della Dynit e dell’instancabile ed entusiasta Massimiliano Morelli di Rai 4 finalmente molti hanno potuto conoscere meglio questa famigerata serie con un doppiaggio Italiano curato diligentemente e che vanta voci di prestigio come Massimiliano Alto tornato, dopo anni, a doppiare una serie tv di animazione, Domitilla D’Amico, Alessandro Rossi, Pietro Biondi, Valentina Mari e altri a venire. Era doveroso per una serie che tanto fa discutere per i numerosi temi trattati e per i rapporti intensi e complicati dei tanti personaggi. La prima osservazione che viene fatta è la similitudine tra Light di “Death Note” e Lelouch: entrambi possiedono un potere che usano per i loro scopi grazie a un cinismo e a una indubbia capacità di emergere dalla massa, entrambi devono nascondere la loro vera identità ed entrambi sono pronti a sacrificare le pesone a loro care per i loro scopi. Tuttavia la somiglianza finisce qui: Infatti Lelouch è sicuramente più tormentato di Light e i sacrifici che sarà costretto subire e a fare lo segneranno mano a mano che gli episodi trascorreranno. La malvagità di Lelouch mira a un mondo perfetto e questo paradosso permea l’intero ciclo ( e in special modo la seconda serie ). Nella serie sono molto frequenti citazioni del ciclo Arturiano a partire dalla Britannia ma anche da nomi come Lancelot, nome del mecha guidato da Suzaku ( amico-nemico dai saldi valori morali e con un’ottica opposta a quella di Lelouch ma anche lui con un oscuro passato che lo porta a mentire, nonostante si proclami diverso dal suo compagno d’infanzia.) , Percival, Guinevere, Knight of round table ( I cavalieri della tavola rotonda) e altri. Lelouch interpretato come un novello Re Artù? O forse, fin dal nome più che evocativo, si è voluto ricordare la setta degli Illuminati i cui scopi, nel Cinquecento, erano rivolti a creare un nuovo mondo fatto di conoscenza? Leluch, ricordiamolo, è una persona razionale che usa la ragione, proprio come gli Illuminati che costituitesi in una setta ( come i ribelli di Britannia chiamati Black Knights) erano pronti ad usare la violenza,qualora ce ne fosse stato bisogno. Il nuovo ordine mondiale che essi intendevano costituire era conosciuto come “ dottrina Luciferica”, ovvero portatrice di luce. Una luce capace di illuminare le anime del mondo e sovvertirne gli equilibri. Esattamente ciò che vuole fare Lelouch ( “la luce”) anche se le motivazioni sono diverse. All’inizio del 2009 si è vociferato di un’ennesima terza serie, inaspettata, che _ se si farà _ potrebbe chiarire numerosi punti e sviscerarne altri. Per la gioia di chi scrive! Intanto però a luglio 2009 a Parigi, nel corso dell’annuale Japan Expo, le edizioni Tonkam hanno organizzato varie rappresentazioni riguardanti “Code Geass”: la pubblicazione del manga, il box dei DVD e un piccolo museo con pagine originali, figurine, prodotti importati, illustrazioni, portachiavi, art-book e un portfolio dedicato di Takahiro Kimura, il character-designer della serie tv. Una curiosità: pochi mesi dopo, sempre a Parigi, è stata inaugurata una mostra di originali dedicata alle Clamp dove però i personaggi di Code Geass non apparivano.

mercoledì 23 settembre 2009

Cocco Bill postale


Ognitanto anche l'Italia ha uno scatto di orgoglio Nazionalista ( niente a che vedere con vaticini Leghisti, per carità!) e per non essere da meno dei cugini di oltr'alpe Francesi e Belgi le Poste Italiane presenteranno, il 23 ottobre, un francobollo dedicato al celebre Cocco Bill, uno dei personaggi più famosi di Jacovitti.
Un classico del fumetto Italiano, insomma! E io già mi immagino appliccare sulla buste da spedire dei francobolli con le immagini di Geppo, Nonna Abelarda, Gianconiglio, Soldino, Pedrito El Drito, Gli Aristocratici.... Vabbè, per ora mi accontento del pistolero alla camomilla, mondo pistola! Come omaggio a un grande maestro dell'Arte non è affatto male.

domenica 21 giugno 2009

Chi guarda le guardie?

Tremate, tremate! Arrivan le ronde! Sembra un film dei Vanzina e invece è tutto vero! Un gruppo di volontari vestiti con divise color ocra , medaglie e un aquila appuntata sul petto ( Che ricordano un po' Gio Condor , ve lo ricordate?) si sono riunti per organizzare delle ronde cittadine a Roma.
Nonostante usino salutarsi fra loro e in pubblico con il braccio destro alzato si dicono fuori da ogni legame politico e chi dice che ci siano similitudini col saluto fascista è uno sporco comunista che deve bere olio di ricino, ecco! Tra loro la presidente dell'MSI Antonietta Cannizzaro e Gaetano Saia, presidente del Movimento Nazionale Italiano., già rinviato a giudizio per associazione a delinquere finalizzata all' usurpazione per aver creato la Dssa (una sorta di sgangherata polizia parallela che inviava dossier falsi ai giornali), già indagato per propaganda di idee fondate sulla superiorità e l' odio razziale, presidente del Partito Nazionalista Italiano e dichiaratosi, nell'ordine: «Fascista, ma fascista vero, fascistissimo che la Alessandra Mussolini ci fa schifo perché è una moderata del c...» e «sostenitore di Silvio Berlusconi».
Il sindaco di Roma Alemanno che fomenta le paure cittadine ( dalle quali nascono queste stramberie ) però si è dissociato. Ma un gruppo di valorosi lancia un contro-appello e si dichiara disposto a contrastare le ronde facendo la ronda! Per ogni informazione e per ogni volontariato:
Qui sotto il video di un povero vecchio patetico pagliaccio che spiega l'utilità della guarda guardia Nazionale Italiana:

martedì 26 maggio 2009

Bruxelles e l'anno del fumetto



Ma che bello! Un’intera città invasa dai fumetti: sulle targhe delle vie, sui muri delle case, nelle stazioni della metropolitana, all’aeroporto, nei negozi, nei bar, nei musei, nelle gallerie d’arte… Basta girare lo sguardo e non è difficile trovare qualche immagine di Spirou, dei Puffi o di TinTin. E’ proprio la statua di Tintin col fido Milou che accoglie all’aeroporto centrale di Bruxelles i turisti in visita, ed è sempre TinTin che appare in un gigantesco tabloid alla Gare du Midi, senza contare le decine di muri che da anni sono diventati gigantesche illustrazioni realizzate da diversi autori della bande Dessinée e le statue che riproducono i protagonisti degli albi in libreria. Un solluchero per chi è appassionato di fumetto Belga! E infatti sono partito subito per trascorrere un lungo week-end a base di nuvolette e album cartonati.
Quest’anno le autorità cittadine di Bruxelles hanno deciso di consacrare l’anno turistico al tema del fumetto e deve essere stata una scelta logica visti i grandi maestri della Nona Arte ai quali il Belgio ha dato i natali: Peyo , Leloup, Walthery, Roba, Jijé e tanti altri.
La storia di Bruxelles e quella del fumetto sono indubbiamente legate da anni e proprio due giganti del fumetto Europeo ne sono protagonisti: ovvero Hergé e Franquin. Entrambi esponenti della cosidetta “linea chiara” restano un modello di creatività e vivacità ed esempio per generazioni successive di autori di fumetti. Attorno a loro due si sono scritte pagine e pagine di storia del fumetto con personaggi conosciuti in tutto il mondo come i celeberrimi Puffi, tanto per fare un solo esempio. E questo ha “allevato” anche generazioni di ragazzi abituati alla lettura, in generale. Ragazzi che leggono libri, riviste e fumetti indistintamente con la stessa serietà e interesse che permettono loro un educazione al gusto, alla cultura e alla vita in generale. Non esattamente come da noi in Italia, purtroppo.
Consacrazione logica è stata che durante tutto quest’anno la capitale del Belgio è dedicata alla Nona Arte con molteplici mostre e iniziative che si susseguono e si mescolano fra loro nei mesi. “Brussels 2009 BD Comic Strip” conta trentasei esposizioni, retrospettive e avvenimenti popolari programmati in prestigiosi luoghi come Il Museo delle Belle Arti, il famoso CBBD Centre Belge de la Bande Dessinée, la fondazione Raymond Leblanc ( dedicata al fondatore dell’omonima casa editrice), La Maison de la Bande Dessinée collegata alla bella libreria accanto alla stazione ferroviaria Centrale.
Proprio qui inizia la mia settimana culturale: andando a visitare un’esauriente retrospettiva di tavole originali di Jean Giraud del suo celebre Blueberry, considerata _ a ragione! _ come una delle migliori serie western a fumetti. Più di cento originali tra pagine e illustrazioni che coprono il periodo che va da “Fort Navajo” ( la prima avventura del tenente , del 1963) fino ad “Arizona Love” del 1990. Con un ospite d’eccezione , ovvero tavole originali di Jijè, il maestro di Gir!
Dell’esposizione esiste un agile catalogo come è d’uso fare Francois, il gestore della Maison de la BD che periodicamente allestisce interessanti retrospettive dedicate a importanti autori di fumetti. www.jije.org
Ovviamente in un pellegrinaggio a fumetti che si rispetti non può mancare una visita al famoso e illustre Centro della Bande Dessinèe che in questo periodo allestisce una bella retrospettiva dedicata ai vent’anni di manga in Europa con un interessante rapporto tra le influenze tra il fumetto Europeo e quello Giapponese. Da quando le edizioni Glénat pubblicarono la serie di “Akira” di Katsuhiro Otomo nel 1990 e dall’invasione televisiva di tanti disegni animati Giapponesi ( Goldrake, Candy Candy, Lupin…) ne è passata di acqua sotto i ponti! La percezione dei manga è parecchio cambiata tant’è che un autore come Jiro Tanigushi è diventato un autore di fumetti tra i più rispettati al mondo, senza parlare poi del grande regista Hayao Miyazaki ormai accreditato in tutti i principali festival cinematografici.
La nostrana Kappa Edizioni è citata come prezioso apporto alla retrospettiva, insieme ad altri esperti collaboratori.
E colpo di fortuna per me , appassionato di Peyo, all’interno del Centro ho potuto rivedere i primi dieci episodi dei disegni animati in bianco e nero realizzati dallo studio BelVision negli anni sessanta! Brevi episodi realizzati in semi-animazione ma perfettamente efficaci e gradevoli già andati in onda quasi quarant’anni fa in Italia dove la voce dello stregone Gargamella , in originale, è davvero inquietante! http://www.cbbd.be
E nel prestigioso Museo Reale delle Belle Arti del Belgio l’esposizione “ Sguardi incrociati della BD Belga” presenta, attraverso venti autori di fumetti autoctoni, cento anni di fumetto mettendo in evidenza i legami tra la Scuola Belga e le altre grandi correnti del fumetto mondiale. L’esposizione è composta da venti spazi che dispongono ciascuno di una scenografia specifica dedicata al lavoro di un autore contemporaneo ma anche agli autori “anziani” che sono stati fonte educativa per i lettori. Complessivamente più di cento autori sono esposti con tavole originali come quelle di Winsor McCay ( “Little Nemo”), Alex Raymond ( “Flash Gordon”), Schultz ( “Penauts”), Hugo Pratt ( “Corto Maltese”) ,Tardi ( “Adele Blanc-Sec”) ma anche Jean Van Hamme, Raoul Cauvin, Hermann, François Walthéry, Marvano, Ptiluc, Benoît Sokal, Frank Pé, Didier Comès, Jean Dufaux, Bernard Yslaire, François Schuiten, Philippe Geluck, Midam, Philippe Tome, Johan De Moor, Her Seele, Jean-Philippe Stassen, Dominique Goblet Thierry Van Hasselt.
Didier Pasamonik è un giornalista e critico di fumetti che conferma i vari legami tra correnti fumettistiche: “ Quando Will Eisner è venuto ad Angouleme nel 1975 _ dice _ scopre gli albi cartonati che raccolgono una lunga avventura e tre anni più tardi lancia la Graphic Novel negli Stati Uniti. E non c’è dubbio che Osamu Tezuka ha ben guardato Peyo e Franquin alla fine degli anni cinquanta. Per spiegare l’importanza di Bruxelles nella bande dessinèe ci sono motivazioni culturali e storiche che fanno in modo che il fumetto di questa città è uno dei più coerenti e strutturati d’Europa con degli autori di una qualità eccellente.” http://www.arba-esa.be
Ma camminando in lungo e in largo per la bella città si sente il bisogno di una birra fresca o di un cioccolato ristoratore. Niente di meglio che il bar “ Bande Dessinè” di Radisson SAS, in Rue du Fossé-aux-loups 47 , dove le pareti sono affrescate da disegni.
E più di sessanta opere d’arte a fumetti si offrono ai viaggiatori della metro, quotidianamente. La STIB , la società che gestisce il trasporto sotterraneo, ha realizzato una guida di 164 pagine che riproduce i disegni di questa particolare galleria d’arte sotterranea e sono possibili anche delle visite guidate della durata di circa tre ore! Ogni giorno più di 350.000 persone la visitano munendosi di un semplice biglietto per la metro! E’ nel 1969 che è nata la metropolitana di Bruxelles, l’unica del Belgio. Sessanta stazioni per quaranta kilometri dove ogni stazione possiede una sua identità e una sua galleria d’arte: pitture, sculture, foto, mosaici… ( E io penso alla metro B di Roma, vabbè! ) A ogni stazione c’è lo zampino di un un artista spesso celebre e conclamato: si va dalle sculture ludiche di Marc Menndelson fino a Jean-Michel Folon , Francois Schuiten, Raoul Servais, ecc… Un buon incentivo a lasciare l’automobile a casa e prendere la metropolitana! http://www.stib.be/knust-metro-art.html
Alla prestigiosa fondazione Raymond Leblanc, invece, è in corso fino a settembre una bella retrospettiva dedicata a Renè Goscinny e alla sua collaborazione al settimanale “Tintin” dal 1955 al 1961 ( insieme ad autori del calibro di Tibet, Uderzo, Berck, Macherot, ecc…) e alla casa di produzione Belvision che realizzò i film di Astèrix. Uno spazio è riservato anche alla vita personale di Goscinny e al suo amore per il Belgio. Nell’ottica dell’anno del fumetto la fondazione , inoltre, ha istituito un premio dedicato ai giovani autori di fumetti dove il tema di quest’anno è , neanche a dirlo, “Bruxelles”. Il vincitore riceverà 10.000 euro e verrà pubblicato in un albo collettivo del concorso coeditato dalla stessa fondazione e dall’editore Le Lombard che verrà venduto in libreria nel gennaio 2010. www.fondationrleblanc.be
Queste dunque sono state le esposizioni di questo week end che sta diventando una simpatica abitudine annuale, dopo l’anno scorso. Il tempo è stato più che clemente con frequenti giornate di tiepido sole e pochissimi sprazzi di pioggia tanto che camminare per i vari boulevard a caccia di fumetterie è stato oltremodo piacevole!
Tra uno svettar di statuine, gadget, poster, quadri, libri e libercoli in questi giorni hanno particolare successo i libri fuori collana di “Spirou”. Il recente “ Le groom vert-gris” di Joan Sfar e Yann è un vero best-seller grazie ai disegni chiari e nitidi ( con numerose citazioni disseminate fra le vignette) e un testo rivolto ai ragazzi ma che tratta di un tema adulto come la dittatura nazista. Ma anche il precedente albo “ Journal d’un ingènu “ di Emile Bravo ( 70.000 copie vendute in poco più di un mese!) continua a vendere copie e accumulare premi vinti.
I miei preferiti però sono stati: l’albo che ha festeggiato il cinquantenario della creazione dei Puffi con una storia prequel di quella famosa del flauto a sei puffi. “ Le schtroumpfer de flute” è una storia corta che ha una buona sceneggiatura di Thierry Culliford e Luc Partheoens ma servita non al meglio dai disegni di Jeroen De Conink che ha uno stile troppo distante da quello di Peyo. Per questa occasione sarebbe stato perfetto confermare il collaudato e ottimo Pascal Garray che ha disegnato l’ultimo albo della serie regolare “ Le Schtroumpfs Les Bains” ( che sarebbe un po’ come “ Stabilimento balneare Puffo”) dove i nostri ometti blu decidono di abbronzarsi sotto al sole del lago.
Ma a farmi consumare i succhi gastrici con relativa aquolina in bocca è stato senza dubbio l’albo gigante a tiratura limitata de “ La flute à six schtroumpfs”, l’avventura di Johan e Pirlouit dove compaiono per la prima volta i Puffi. E’ un lussuosissimo albo in bianco e nero 45 x 32,5 stampato in soli 320 esemplari ,con due pagine serigrafate su cell con le prove di colore, numerate e firmate. Il prezzo di 159 euro è un affarone e già me lo vedo sulla mia libreria! Una chicca e un investimento: altri albi simili delle edizioni Golden Creek (dedicati a Peyo ma anche a Gil Jourdan di Tillieux o Franquin, Macherot, Morris…) hanno raggiunto anche i 400 euro nel mercato del collezionismo! Me lo posso far mancare? Corro ad ordinarlo!

lunedì 25 maggio 2009

Una bomba a fumetti!


Voci di corridoio affermano che tra qualche tempo il mercato del fumetto Italiano cambierà. Infatti entrerà in campo un grosso editore che finora di fumetti si era occupato, per così dire, in modo marginale.
E invaderà in modo massiccio le edicole Italiane!
La notizia bomba però non sarebbe questa: un nuovo editore non è una grande notizia perché può capitare, è cosa normale. La notizia da lasciare a bocca aperta è il sapere QUALI fumetti pubblicherà.
Ahimè, non sono fumetti per bambini e non sono neanche i manga dell'ipotetico editore Giapponese di cui si scrive tanto da qualche tempo.
Mi ripropongo, ovviamente, di tornare su queste righe non appena il sussurrar di voci ( peraltro attendibili) diventi conferma.
Eh si, il tempo scorre e c'è aria di rinnovamenti.

martedì 28 aprile 2009

Bibì e Bibò cartoon

Uno dei primi fumetti in circolazione fu sicuramente la serie " The Katzenjammer Kids" , di Rudolph Dirks, pubblicata su "American Humorist", supplemento del quotidiano Statunitense " Morning Journal" di Randolph Hearst alla fine del dicianovesimo secolo ( nel 1897 ) e comparsa pochi anni dopo sulle pagine del "Corriere dei piccoli" dove i due monelli Hans e Fritz venivano chiamati Bibì e Bibò. Nel 1917 la W.R. Hearst’s International Film Service produce una ventina di episodi in animazione. La serie viene intitolata Original Katzenjammer Kids poichè Hearts aveva vinto la sua causa contro il transfugo Rudolph Dirk che infatti proseguì a ideare con un diverso titolo ( "The captain and the kids") le avventure dei due bricconi e dei loro comprimari.
La serie animata, senza parole ma con l'ausilio di una colonna sonora a commento delle azioni, fu sospesa nel 1918 a causa dei cattivi rapporti che gli Stati Uniti stavano iniziando ad avere verso la Germania. Riproporla è una vera chicca per gli appassionati!
Nel 1938 è il turno della Metro-Goldwyn-Mayer che adatta in animazione la serie di Captain and the Kids. Malgrado un equipe di animatori di eccezione (William Hanna, Bob Allen e Friz Freleng), la serie non ha successo e si arresta al quindicesimo episodio. Qui è Capitan Cocoricò ad essere il vero protagonista. La serie non è troppo fedele alle comics strip originali tant'è che si ispira alle Merry Melodies e alle Silly Symphonies della Disney!

lunedì 27 aprile 2009

La lista della spesa

Cos'ho portato a casa da NapoliComicon? A premere ancor di più sugli scaffali e a diminuire la cubatura abitabile del mio attico hanno contribuito: il catalogo della mostra di vignette satiriche "NO-vizi", il catalogo dell' XI Salone del fumetto NapoliComicon, il catalogo "Rat-man . Vent'anni senza condizionale" edito da NapoliComicon e PaniniComics, il libro di Susanna Scrivo " Nuvole e arcobaleni- Il fumetto GLBT " edito da Tunuè, "Un gangster Ebreo" un romanzo grafico di Joe Kubert edito da Planeta-DeAgostini ( Non voglio usare il termine abusato "graphic novel" che ormai fa tanto trendy), il saggio " Carl Barks- il signore di Paperopoli" di Thomas Andrae, Proglo edizioni. E dulcis in fundo, il sontuoso e bellissimo libro " Luciano Bottaro - Un sorriso lungo una vita" della Anafi ( Associazione Nazionale Amici del fumetto e dell'illustrazione). C'è di che leggere in questi giorni!

Giallo Napoletano

E' stata particolarmente felice questa edizione di Napoli Comicon: sia per l'enorme affluso di visitatori ( i cancelli di entrata sono anche rimasti chiusi per non creare sovraffollamento) sia perché il giallo è il mio colore preferito! Ad ogni modo il salone partenopeo si conferma essere una delle più belle e interessanti manifestazioni dedicate al fumetto e all'animazione con un vasto e nutrito programma di incontri che non teme certo confronti con altri avvenimenti di questo genere. A mio avviso è giusto dare spazio a gare di cosplayer o a eventi collaterali ma non si deve dimenticare che in una manifestazione culturale di questo tipo quello che deve essere privilegiato maggiormente è, per logica, il fumetto! Ho sempre trovato bizarro vedere stand di leccornie, candele e fotomodelle accanto a conferenze sui grandi autori di fumetto. All'interno del prestigioso Castel S.Elmo è impossibile scontrarsi con i venditori di zucchero filato e nonostante il piacevole via-vai di ragazzotti pronti a sfidarsi in un torneo a colpi di spada di gommapiuma o vestiti come gli eroi di un Anime, il Salone Internazionale del Fumetto fa prevalere su tutto gli ospiti legati ai comics con vari incontri, conferenze ed esposizioni. E per me che amo questo mezzo di comunicazione fatto di nuvolette NapoliComicon è il salone ideale.
E lo è anche per un motivo da non sottovalutare: la perfetta organizzazione e la competenza e cortesia di tutto lo staff che annualmente vi collabora. La mia stima va sempre a Luca Boschi ( l'eclettico direttore culturale) e a Claudio Curcio ( il baldo direttore Generale) e il mio grazie per l'ospitalità va a tutto lo staff: a Claudia, Angela, Federica, ( leggiadre addette all'ospitalità) ad Antonio ( valente autista che ha scorrazzato me e Bill Willingham per Napoli ), ad Alino e Alina (Che belle le mostre!) a Giuseppe Colella ( sempre saldo al settore cinema d'animazione) e un grazie anche a Simone Salis ( mio compagno di week-end e giovin satirico ) e... a tutti gli altri!
Tra i tanti stand, tra tante valide novità, tra tante esposizioni mi preme ricordare "No-vizi" , un valido allestimento di vignette di satira ideato e curato da Mario Natangelo che, bravissimo vignettista anch'egli, era accompagnato da autori del calibro di Ellekappa, Giorgio Franzaroli, Marco Tonus, Vincino,Riccardo Marassi e altri. Un "bravi!" a tutti, considerando inoltre che in questo periodo essere se si è autori di satira è un po' come aver contratto la gonorrea.
E dall'alto di Castel S.Elmo tra un venticello Partenopeo e una panoramica del golfo erano allestite le mostre di originali di Leo Ortolani e il suo celeberrimo Rat-man ( se volete sapere cosa predilige a colazione Ortolani, scrivetemi!) , di Massimo Carnevale e di Tanino Liberatore: con lui, di mattina, ho condiviso l'attesa del pulmino che ci avrebbe portato al Comicon e con la sua gentile consorte abbiamo disquisito sulle varie differenze di vita tra l'Italia e la Francia, per finire a parlare di diritto d'autore con Ivo Milazzo. Una domenica mattina da ricordare, anzichèno! Mica càpita tutti i giorni.
Ma da ricordare è senz'ombra di dubbio il motivo per il quale sono stato invitato a NapoliComicon. Poichè quest'anno il colore dedicato era il giallo si è pensato di ritagliare uno spazio alla famiglia di color giallo più famosa al mondo, ovvero " I Simpson" e ospite di eccezione è stato Phil Ortiz, disegnatore dei comics e animatore della serie tv. Ma oltre a essere di indiscutibile professionalità e bravura è indiscutibilmente simpatico! Io ero assieme a lui a condividere un incontro col pubblico, per disquisire di Simpson, cartoni animati, telefilm, film Disney e quant'altro e abbiamo improvvisato un simpatico duetto dove io interpretavo Krusty il clown in Italiano e lui mi rispondeva in Inglese con la stessa voce che farebbe Dan Castellaneta quando deve doppiare il cinico pagliaccio. E , ciliegina sulla torta, ci siamo scambiati degli omaggi di penna! Mi ha anche invitato a firmare autografi assieme a lui ma il destino cinico e baro ma sopratutto un treno di ritorno per Roma mi hanno impedito di farlo!

sabato 25 aprile 2009

Liberazione

25 Aprile. Resistenza! E noi si prova a resistere a tutto questo! (Magari presto passa tutto. Magari!)
Una rapida vignetta tanto per non dimenticare come si fa a disegnare. Non che la satira sia il mio forte ma dato che di questi tempi i vignettisti sono guardati male come se avessero la gonorrea, a me piace andare controcorrente.

venerdì 24 aprile 2009

I Puffi in TV

In attesa del lungometraggio in 3D de" I Puffi", prossimamente ( ?) al cinema, vale la pena ricordare le altre trasposizioni in video dei piccoli omini blu. E non parlo della famigerata serie della Hanna-Barbera Production ma della serie originale Belga in bianco e nero trasmessa in Italia, anni fa.
Proprio così: prima della sgargiante e a tratti poco fedele serie a colori trasmessa da Mediaset, nel 1968 i Puffi furono ospiti della bellissima trasmissione " Gli eroi di cartone" , una trasmissione tutta dedicata a cartoni animati particolari come Astérix, Popeye e Superman dello Studio Fleisher e altri ancora, serie animate e film che cercavano di approcciarsi a un pubblico di appassionati più che a una platea infantile . L'ideazione fu di Nicoletta Artom ( la stessa funzionaria Rai alla quale si deve l'acquistio di "Goldrake" in Italia ) e a presentare il programma c'era un giovane Lucio Dalla che cantava la famosa canzone che citava la " lettera X".
La prima serie dei Puffi non era altro che la serie che la TVA Dupuis realizzò nel 1959 a seguito del rapido successo del fumetto di Peyo. All'inizio la tecnica di animazione utilizzata era abbastanza rudimentale poichè consisteva nel far "muovere" tutta una serie di figurine di carta dei Puffi in varie pose e formati: l'animatore, infatti, con una pinza muoveva le figure e si filmava la scena minuziosamente. Furono realizzati 9 episodi di 13 minuti circa ( di cui 2 a colori ) tratti dagli album a fumetti . Sarebbe interessante se qualche casa editrice proponesse questa serie in DVD.
Successivamente nel 1975 la Dupuis e la Belvision di Parigi co-producono un lungometraggio, " Il flauto a sei puffi", con un doppiaggio che velocizzava le voci dei Puffi con un curioso effetto sonoro. Anche questo film è arrivato in Italia, attraverso le tv private dell'epoca e successivamente fu ridoppiato con le voci dei doppiatori della serie tv Americana.

lunedì 20 aprile 2009

POLSTAR

Girovagando come d'abitudine nelle tante librerie di fumetti di Parigi anni fa ebbi il fiuto di acquistare una serie interessante edita nel 1996 da una piccola, sconosciuta casa editrice: la John Eigrutel Production. La serie aveva il titolo di "Polstar" e gli autori erano Jean Lèturgie ai testi e suo figlio Simon ai disegni e non a caso Eigrutel non è altro che Lèturgie al contrario, poichè era una casa editrice a gestione familiare! Visto il successo della trilogia le affermate edizioni Vent d'Ouést nel 2001 decidono di ripubblicare l'intera serie e darle la giusta pubblicità che si conviene. A seguire, tempo dopo, uscirà un quarto volume autoconclusivo che però non si dimostra all'altezza dei precedenti in quanto a tematiche e soggetto.
La storia si svolge in un non tanto lontano futuro, nel 2060, a Megalopolis enorme capitale di un impero cinico e tecnologico. Tra i suoi grattaciali la città ha lasciato crescere solo un indispensabile polmone verde, un inestricabile groviglio di vegetazione dove i pavidi cittadini non si avventurerebbero mai. E' proprio su questa paura che i Tre Saggi che governano l'Impero mantengono il loro potere e la tranquillità amorfa che garantiscono a una popolazione rassegnata è pari solo all'orrore delle loro repressioni e al terrore che queste generano. La polizia dell'Impero, la "Censoritaria" è dappertutto pronta a reprimere più che a proteggere ma un vento di rivolta sembra nascere quando compare un misterioso giustiziere mascherato. Ma è dalla parte dei cittadini o è un uomo del potere?
Il tratto umoristico di Simon Léturgie fa da contraltare a una sceneggiatura violenta che mette alla berlina i pericoli derivati dal potere politico di un'oligarchia e dalla quiescenza di un popolo assoggettato a tutto ciò che viene detto in televisione o comunque dal potere costituito. Visti gli attuali tempi che viviamo c'è da meditare!
Nel 2003 nasce una nuova casa editrice di Roma, la Stella Maris, che mi domanda di suggerirgli dei titoli Francesi per debuttare nelle librerie. Io ho in mente tre titoli ma la scelta poi cade proprio su "Polstar" e mi cimento nella trattativa di acquisto della serie e relativa traduzione. L'albo cartonato, identico all'edizione originale Francese, è soddisfacente ma questo non basta a tributargli il successo che si meriterebbe, sommerso da tante altre realtà editoriali e da una distribuzione alquanto oscura.
Noto con un pizzico di orgoglio che anche in Spagna la prestigiosa Planeta-De Agostini ha voluto scegliere per il suo catalogo di albi Francesi la trilogia che apprezzo e che spero ri-veda le librerie Italiane. Se non altro un fumetto umoristico può far meditare, se non addirittura smuovere le coscenze!

lunedì 6 aprile 2009

Mazzotta sing! ( A sinc!)

A chi non piacerebbe interpretare un musical? Essere Dick Van Dycke tra i tetti a spazzar camini o essere il signor Higgins che educa la villica Elisa... Che passione! A me è capitato di recitare a teatro in un simpatico musical , " Foto di classe"; di poche pretese ma genuino e accattivante dove , reduce dai successi tv con Enrica Bonaccorti, assieme a me in scena c'era una giovanissima Maria Laura Baccarini che di lì a poco avrebbe spiccato il volo come grande interprete di musical Italiani. Ma c'era anche Giorgio Borghetti la cui carriera di bell'attore era ancora al di là da venire e altri doppiatori ( Ilaria Stagni, Giovanna Rotellini, Massimiliano Manfredi, Pino Ammendola, Roberta Greganti e Mino Caprio, autore & regista).
Recitavo, canticchiavo e assolutamente non-ballavo! Ma tant'è!...
Però tramite il doppiaggio ho potuto cimentarmi nel canto e come se avessi paglietta e bastone eccomi a prestare la voce , nel 1993, a una pulce nel lungometraggio d'animazione " Tom & Jerry - il film" di Phil Roman. Frankie la pulce col suo amico randagio Carlone si esprimono sul concetto di amicizia nella canzone " Pane e burro noi siam". Le voci sono quelle di Francesco Vairano ( Tom, a cui si deve anche la direzione del doppiaggio e i dialoghi) , Ilaria Stagni (il topino Jerry) e Silvio Spaccesi, attore teatrale e non solo e doppiatore di Patsy in "SuperGulp" che qui dà la voce a Carlone.

Mi ricordo che...

Era il lontano lontanissimo 1972 o giù di lì e il mio gioco preferito di quel periodo , oltre agli animaletti di legno per creare lo zoo, era fare l'attore nei film e nei "caroselli" ( il titolo di "spot" non era ancora in voga!). Uno dei primissimi film dove ho partecipato fu " Paolo Barca maestro elementare praticamente nudista", un dimenticabile filmetto con Renato Pozzetto che interpretava un maestro che dalle nebbie della Val Padana scendeva nell'assolata Sicilia. In realtà la scuola elementare fu ricostruita, se ricordo bene, a Marino, poco distante da Roma. Ad ogni pausa dal set noi bambini giocavamo e ci divertivamo come matti, tanto per sfatare la retorica del povero minorenne costretto a un lavoro improbo e da adulti. Il signor Pozzetto, per quanto ricordi, non ha mai familiarizzato con noi anime pure ma preferiva ritirarsi in solitudine nella sua roulotte.

giovedì 19 marzo 2009

Lavatory - Lovestory

Konstantin Bronzit è un disegnatore Russo che ha realizzato il poetico " Lavatory - Love Story" . Nella sua carriera ha guadagnato diversi premi all'interno dei festival dedicati all'animazione e questo cortometraggio è stato nomimato al premio Oscar 2009. Si svolge all'interno di un gabinetto pubblico di Mosca. Potrebbe dare l'impressione di essere un'ambientazione squallida, ma invece....

martedì 17 marzo 2009

Jacovittttttaggini


Scartabellando tra fumetti, file, ricordi e vecchie fotografie trovo un vecchio "Fumo di China" ( una delle prime rivista di crtica del fumetto) e mi accorgo anche che è passata da pochi giorni la ricorrenza della nascita di Jacovitti.
Era il 1993, non proprio pochi mesi fa, e grazie a un amico riesco a mettermi in contatto con Benito Jacovitti che, peraltro, abitava a poca distanza da me. L'occasione era troppo ghiotta: passare un pomeriggio con uno dei più grandi autori del fumetto! Lo stesso Jac che leggevo sulle pagine del "Corriere dei piccoli" e di cui ammiravo il genio e la sregolatezza, nonostante la mia giovanissima età. Insieme ad altri appassionati di fumetto chiediamo a Jac se ci concede un intervista per FdC e lui è ben lieto di accettare.
Intervistarlo non fu facile: quando inizia a parlare è un fiume in piena di parole, aneddoti ricordi e facezie varie. Col senno di poi forse non tutte erano veritiere, forse si divertiva garbatamente a prenderci in giro inventando storie fantastiche e incredibili proprio come ha sempre fatto disegnando i fumetti in maniera particolare, con lo stile che contradistingue l'artista dall'artigiano. Un vero artista "folle" e geniale anche nella vita!
Fa gli scherzi per citofono, fa le linguacce, parla delle donne con l'entusiasmo di un adolescente e continua a fumare sigari marca Apostolado.
" Io ho quattro nomi, tutti da dittatore _ dice _ Benito, Franco, Giuseppe e Antonio ( del Portogallo). Ci mancava soltanto che mio padre mi mettesse nome Adolfo!"
Con questa battuta entro nel regno di Jacovitti dove alle pareti sono appese cornicci che testimoniano le onoreficenze giustamente ricevute ma ci sono anche targhe in metallo che avvertono che " è vietato cosare". In un angolo della stanzetta il tavolino di legno dove per anni il nostro ha creato tante divertenti storie. Direttamente a china, recita la leggenda. E c'è da credergli perché nei bellissimi originali che ho visto non vi è traccia di segni di matita!
"All'età di sei anni disegnavo sulla strada con il carbone. Mi divertivo così: ero figlio di operai e non avevo giocattoli, Me li costruivo io con la stoffa e con il carbone e quando andavo al cinema a vedere i film muti con Tom Mix poi disegnavo i personaggi sui lastroni di pietra: ero una specie di "madonnaro"! Quando tornavo a casa i miei si arrabbiavano perchè mi ero sporcato tutto!"
Questi sono i suoi inizi, ma aveva tanti progetti per il futuro.
"Ho in mente una storia di Cocco Bill che si intitolerà " I predatori dell'arco perduto" dove lui dovrà affrontare una banda di pistoleros e delinquenti che cercano un tesoro. Poi finirà in una valle in cui da mille anni vivono dei Vichinghi. Ci sarà un combattimento tra pellerossa e banditi che cercano entrambi questo arco; sarà Cocco Bill a trovarlo e lo donerà agli indiani, ma banditi e vichinghi tenteranno di rubarlo. Probabilmente poi inventerò un nuovo personaggio che si chiamerà Andonio ( proprio con la D ! ). La Terra , dopo un 'esplosione atomica, si è ridotta in tanti pezzetti vaganti: c'è un pezzo di Albania, uno delle Marche, ecc... Lui, con uno strano apparecchio, gira da un posto all'altro per raccattare il passato: tutte le cose buone e genuine che c'erano una volta, come il pane , il salame e così via..."
Sono tantissime le pagine di Jacovitti sparse per il mondo: nella sua grande giovialità le regalava a chiunque veniva a fargli visita e si rammaricava quando poi si accorgeva che veniva rivendute a caro prezzo all'interno delle fiere a fumetti. Un dono dato col cuore veniva mercificato e rivenduto!
Jacovitti si è cimentato su ogni genere di storie: western, fantascientifiche, poliziesche, romantiche, di pirati, con animali antropomorfi, e satiriche. E' famoso il suo periodo a "Linus" dove venne addirittura censurato!
" Il personaggio di Gionni Peppe non me lo censurò la redazione ma i lettori che mi hanno accusato di essere fascista. Creavo delle situazioni contro l'ultra sinistra e l'ultra destra; infatti io sono un liberale, un estremista di centro! Ho ricevuto molte lettere di minacce dalla sinistra e delle telefonate con minacce di morte dall'estrema destra fascista: Ma io gli rispondevo sghignazzando e loro minacciavano di farmi la pelle. Venite pure! _gli rispondevo _ Ne ho tanta di pelle!" ..."Ma dopo la guerra, nel 1946, ho progettato tanti giornali insieme a un gruppo formato da Age, Scarpelli, Metz, Fellini... Magari duravano solo due o tre settimane e poi falivano. Ne ricordo uno , il "Don Basilio" ( al quale però non ho collaborato) che era un giornale anti clericale ed è durato due anni. Dopo la guerra l'Italia era divisa in due parti: il Fronte Popolare e la parte cattolica, cioè la Democrazia Cristiana. Poi c'era un piccolo partito: il partito dell'Uomo Qualunque" che è citato anche nella mia storia " Battista l'ingenuo fascista". Lui tenta di entrare in diversi partiti ma non ne trova nemmeno uno che faccia al caso suo. Una storia attuale. "
Ti fa paura la morte?_ gli chiesi.
" No, perché le cose sono due: se il Paradiso non esiste sono morto e non mi accorgo di niente. Però se c'è e, come dicono, c'è molta luce, mi devo portare gli occhiali da sole! Io sono credente ma non sono cattolico. Le religioni sono una trovata degli uomini e hanno portato alle cose peggiori dell'umanità, ossia alle guerre. Le guerre della Palestina o della ex Jugoslavia sono anche guerre religiose e io credo in un Dio diverso da quello dei cattolici."
Jacovitti è contento dell'intervista perchè ama chiacchierare amabilmente con i giovani ( la foto dove ho qualche capello in più testimonia il tempo passato) perchè non è costretto a rispondere a domande difficili che richiedano l'avvocato, ci dice!
Ci regala dei disegni, ovviamente. Butta in terra degli enormi cassetti pieni di tavole di Tarallino, vignette dal diario Vitt, illustrazioni varie e ci dice di scegliere. Io mi commuovo un po' di fronte a tanta generosità e mi riprometto di contraccambiare con un mio disegno.
Pochi anni dopo raggiunge i pascoli di Manitù , espressione letta su "Cocco Bill", e allora mi domando se si è portato gli occhiali da sole.

Oktapodi: c'est l'amour!

La prestigiosa serata dei premi Oscar si è svolta il 7 febbraio e tra i cortometraggi di animazione candidati ha avuto un particolare gradimento il delizioso " Oktapodi" realizzato dagli studenti dell'ultimo anno dell'Istituto Gobelin Ecole de l'Image (Julien Bocabeille, François-Xavier Chanioux, Olivier Delabarre, Thierry Marchand, Quentin Marmier et Emud Mokhberi).
Anche se non ha vinto l'Oscar il corto ha comunque vinto numerosi altri premi tra i quali due al Siggraph 2008 di Los Angeles.

domenica 15 marzo 2009

Costruire un mondo


Bellissimo cortometraggio del regista Bruce Branit, girato in un solo giorno ma la cui post-produzione è stata completata in due anni.
Come si vede nel suo sito: http://www.branitvfx.com/
il suo laboratorio è zeppo di attrezzature per effetti speciali.
Il video è poetico e affascinante, ricorda il fumetto "Tellos" di Mike Weringo. Chi non ha visto il video capirà perché. Chi non ha letto il fumetto si emozionerà ancora di più a vedere queste immagini.


Fumetti (solo) per ragazzi?

In Italia si sta ancora festeggiando il centenario della nascita del "Corriere dei piccoli", prima rivista dedicata ai ragazzi nel nostro Paese, ed è un doveroso riconoscimento perché grazie al supplemento al quotidiano "Corriere della sera" successivamente vennero editate altri settimanali per ragazzi di qualità ( Il Vittorioso, L'Avventuroso, Il Monello, Il Giornalino, Il Paladino dei ragazzi, Il corriere dei ragazzi, ecc...). Questo accadeva un secolo fa e in edicola, attualmente, languono le riviste che possano formare una cultura e un gusto per la lettura e lo sviluppo di idee e opinioni. Ultimo baluardo in questo senso fu l'indimenticabile "Corriere dei ragazzi" che affrontava tematiche importanti e le presentava agli adolescenti con un linguaggio vicino a loro e senza annacquarne i concetti.
Oltr'alpe no. In Francia e in Belgio continuano ad avere successo riviste come "Spirou Magazine" , che ha oltrepassato i 70 anni di presenza nelle edicole trattando temi come la violenza sui minori e la guerra, e anche personaggi storici come Spirou stesso che anni fa ha affrontato in modo fantas
ioso ma diretto il tema del razzismo.
Ma non solo: nel 1988 un
a storica serie dal titolo "Tif e Tondu" ci mostra, all'interno di una storia, la corruzione delle autorità, la massoneria, colpi di stato, il razzismo e le ronde di vigilantes violenti. Il tutto in una "semplice" storia per ragazzi!
Tif e Tondu sono personaggi creati nell'aprile del 1938 da Fernand Dineur che ben presto li cede al giovane disegnatore William Maltaite, in arte Will. I due improvvisati detective ( uno calvo e l'altro barbuto) vivono diverse avventure di carattere poliziesco o fantastico e in uno degli albi più graditi è raccontata la storia di un tentativo di colpo di stato messo in atto grazie al controllo del potere e dei mass-media. L'albo in questione è il n.37 dal titolo "Les phalanges de Jeanne d'Arc" ( "Le falangi di Giovanna D'Arco") e a seguire l'albo " La tentation du Bien", ad opera del valido sceneggiatore Stephen Desberg che in quegli anni curava la serie. Le due storie sono state raccolte in Francia , pochi anni fa, in un'antologia a cura della Panini Comics come supplemento al quotidiano " La Derniére Heure".
"Le falangi di Giovanna D'Arco" è un gruppo di facinorosi che incute il terrore degli extracomunitari e dei "diversi" inneggiando a un rigore morale e a una sicurezza nelle strade da ottenere tramite ronde di stampo estremo-fascista e che non abbiano scrupoli a falsificare le prove per condannare un emigrante con il permesso di soggiorno scaduto, buono per fare da capro espiatorio sebbene sia innocente. Chi organizza il tutto è un ricco magnate, Antonin De Maldague, che riesce a controllare vari giornali e tv tanto che questi preferiscono dare spazio a veline e gossip piuttosto che a notizie di cronaca più drammatiche: insomma, le notizie scomode devono scomparire e possono avere spazio solo quelle che fanno comodo al ricco politicante ( violenza per le strade, lotta all' immigrazione, ecc...). Lo scopo del magnate è scardinare la democrazia del proprio Paese e ripristinare la monarchia. Il suo piano sembra riuscire: è ricco, affascinante e molte persone sono attratte dai suoi modi suadenti e dalla sua politica spericolata ma alla fine, grazie a Tif e Tondu, il potente politico si rivelerà essere colluso in traffici illegali.
Che peccato! Da noi un fumetto come questo non potrebbe mai venire pubblicato. Sia perché non esistono più le riviste antologiche per ragazzi, sia perché di questi tempi un tema come questo darebbe da pensare. Ai ragazzi e agli adulti.