giovedì 29 novembre 2007

E' lui ?

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Arriva Grayson !


Gotham City ormai è completamente in mano alla criminalità e alla corruzione. Sono passati vent'anni dalla morte di Batman e ora Dick Grayson è intenzionato a riprendere il suo costume da Robin. Ad aiutarlo ci saranno delle vecchie conoscenze: Superman, Wonder Woman, Batgirl e Lanterna Verde, un po' attempati ma uniti contro il crimine e contro il Joker, il Pinguino, l'Enigmista e Catwoman! Imperdibile!!! Sarebbe da vedere al cinema. Nell'attesa ecco il trailer , da questo link: http://untamedcinema.com/untamed.swf
Se poi non siete sazi di cortometraggi che i fan dedicano ai loro supereroi ecco questo esaurientissimo link: http://www.midianweb.it/



Il paziente J

In questi giorni in rete e nei giornali è apparsa la foto del Joker che Heath Ledger ha interpretato nel film " Batman - the Dark Knight" . Anche stavolta l'attore sovrasta il personaggio, come avvenne anni fa quando Jack Nicholson ...rifaceva sé stesso più che recitare nelle vesti dell'arcinenico dell'uomo pipistrello.
Ma volete vedere un Joker credibile che pare preso di pacca dalle pagine porose dei comics? Fatevi una navigata su questo sito:
http://www.dcfanfilms.altervista.org/php5/joker1.php
Oltre a questo bellissimo cortometraggio che narra le origini del Joker e di altre sue marachelle potrete visionare diversi video fatti dai fan che talvolta superano in qualità e fedeltà alcuni film del grande schermo.

Roberto Del Giudice

Il 26 Novembre è morto Roberto Del Giudice, un doppiatore di grande esperienza che era diventato celebre per aver dato la voce a Lupin, il famoso cartone animato Giapponese.
Ma Roberto Del Giudice era un doppiatore eclettico in grado di dare la voce a molti altri cartoni animati ( Carletto, Giant Robot, ecc...) e telefilm ( La Signora in giallo, Beautiful...).
Sopratutto era un abilissimo e intelligente direttore di doppiaggio, a mio avviso mai abbastanza valorizzato nell'ambiente.
Ma tutto questo ha poca importanza. Quello che è grave è che è venuta a mancare quella che si dice " una brava persona".
Sembra banale , in casi come questo, ma Roberto era un uomo garbato, gentile, ironico, educato e rispettoso delle persone. E onesto.
Ha convissuto per anni con la sua malattia con una forza e una dignità invidiabili.
La voce di Lupin è sostituibile ma una persona come lui no.

martedì 6 novembre 2007

Auguri, MAESTRO!

Auguri di buon compleanno a un grande maestro del fumetto Italiano: Giorgio Rebuffi!
Dagli anni 50 agli anni 70 ha collaborato attivamente per le edizioni Alpe disegnando Tiramolla, Cucciolo, Beppe e il famoso lupo della steppa Pugaciòff , personaggi che hanno avuto successo in Italia e anche all’estero. Rebuffi, insieme a Luciano Bottaro e a Carlo Chendi ha fatto parte della Scuola di Genova che tanto ha dato al fumetto umoristico nostrano. Oltre ai citati personaggi sono da ricordare Tore Scoccia, avventure di un commesso viaggiatore ambientate in un astruso futuro non così distante dal nostro presente e le avventure dell’Ottag, un gatto nero
adottato da una famiglia medio borghese . Il tutto disegnato con un tratto inconfondibile, simile alla ligne claire Francofona ma assolutamente personale e particolarmente d’avanguardia per i tempi.
In questi giorni le Edizioni Annexia hanno editato un cofanetto ( “Pugaciòff e dintorni”) che raccoglie gran parte della produzione di Rebuffi, tre volumi con storie che vanno dal 1959 al 1963 riservati al circuito delle fiere e librario. Un modo per (ri) scoprire un grande autore e umorista tutt’ora in eccellente forma!
Sono particolarmente legato al luposky della steppa per un paio di motivi: ha fatto parte delle mie letture giovanili e sono stato animatore principale di Pugaciòff ,all’interno dello studio VLR di Vito Lo Russo, per una serie di disegni animati di Tiramolla quando la Vallardi ne pubblicava i fumetti.
Se all’estero autori classici come Franquin, Romita, Kirby o Hergé non vengono mai dimenticati e le loro storie vengono continuamente ristampate qui da noi servono volumi come questo per ricordarci il valore di disegnatori come Giorgio Rebuffi.
Auguri , Maestro!

lunedì 5 novembre 2007

Mi dia DUE etti di doppiaggio!

E' vero,viviamo nella repubblica delle banane, basta andare alla Siae e registrare qualsiasi cosa visto che non c'è un controllo preventivo.
Ma da quando in qua ci si appropria del diritto di autore di un intero doppiaggio? E' normale? Si può davvero fare?
E senza l'autorizzazione degli interessati, peraltro. La Disney, la Fox, la Warner o qualsiasi major fa firmare una liberatoria ai doppiatori "obbligandoli" a cedere l'utilizzo della loro prestazione vocale per il singolo film /serie tv per tutti gli sfruttamenti del caso. Ma -cosa fondamentale- le grandi major sono detentrici della pista audio&video.
Io dico che non c'è bisogno di nessuna registrazione Siae perché non ci si può accalappiare il diritto di un doppiaggio, opera dell'ingegno di diverse persone che hanno lavorato in comune.
Altrimenti io domani vado e registro a mio nome tutti i doppiaggi di "Guerre Stellari", poi due etti di "Happy Days" e mezzo chilo di "Via col vento". E guai a chi osa vendere i DVD!

Scuole di DOPPIAGGIO

E' sera, l'ozio mi assale. Dilapido il mio tempo navigando in internet mettendomi a spulciare per divertimento i vari links alle scuole di doppiaggio.
Regola fondamentale per non sprecare i propri soldi e il proprio tempo è vedere chi insegna in queste scuole. La logica vuole che se si insegna doppiaggio chi tramanda il proprio sapere debba essere un professionista.
Alcuni di questi sedicenti professori io non li ho mai sentiti nominare.
Potrei non conoscere tutti i doppiatori, mi sono detto.
Vabbè....
Spulcio il sito di Antonio Genna sempre completo e esaustivo: la lista alfabetica è lunga e alcuni doppiatori non ci sono più, alcuni hanno smesso di fare questo mestiere, altri hanno intrapreso la professione occasionalmente, altri hanno recitato due battute ed è finita lì, altri ci hanno provato ma gli è andata male,altri si avvicinano da poco a questa professione.......
Ebbene: alcuni di questi sedicenti insegnanti di doppiaggio non sono neanche nominati sulla lista!
Mi viene da pensare.

Mi tengo sul vago perchè pigro come sono non mi va di incorrere in citazioni per diffamazione ma mi dicono che esistono scuole dove a insegnare ci sono brusianti o vecchi attori che saranno entrati in sala di doppiaggio si e no per un paio di mesi.
Non per essere prevenuti e avere preclusioni verso il genere umano ma... magari sono pure bravi insegnanti però siccome bisogna sborsare fior di quattrini, io tenderei a rivolgermi a un navigato e affermato professionista.
A voler essere capziosi il navigato professionista potrebbe essere un cialtrone: bravo al leggìo quanto incapace a insegnare, chi lo sa!! Però questo mestiere, perlomeno, lo fa. E in modo continuativo. Qualcosa riuscirà pure a trasmettere ai giovin virgulti.
Ah ma sapete che vi dico? Mi è venuta voglia di insegnare! L'ho fatto per alcuni anni alla scuola di comics ( insegnavo fumetto, naturalmente) ma adesso piglio e metto su un corso di doppiaggio.
Per cartoni animati, che ne dite?

domenica 4 novembre 2007

LUCCA COMICS 07/ Nuove prospettive

A Lucca Comics ho visto editori presentare _ giuro! _libri di autori di dodici anni dal tratto elementare, libri con un puntino nero in ogni vignetta e nulla più, una collana di libri fatta da clienti di una libreria ( immagino) , misconosciuti autori under under underground che neanche Robert Crumb e Howard Cruse con tutta Valvoline d'avanguardia li avrebbero voluti.
Mi chiedo se esiste l'impellente necessità di occupare le librerie e le fumetterie con questi prodotti non esattamente fondamentali quando in questo momento di crisi generale del fumetto ( vengono editate tante cose ma il venduto langue) vengono dimenticati fumetti come Popeye di Segar, Squadra Zenith di Breccia, Gli Aristocratici di Castelli & Tacconi, Lord Shark di Milani e Alessandrini, Il Maestro di Milani e Di Gennaro o Sonny di Carlo Peroni.
Personaggi inediti o non ristampati da anni, ormai.

LUCCA COMICS 07 / La lista della spesa

A Lucca ho preso: il cofanetto di Pugacioff 1959/1963 di Rebuffi ( Annexia edizioni) , Il Boia Rosso di Artibani e Milazzo ( Lizard), Historia de la Historieta ( Proglo edizioni), Matteo e Enrico di De Giovanni e Accardi ( Kappa Edizioni), Bone di Jeff Smith ( Panini),Archivio Zero di Sclavi e Morisi ( Kappa Edizioni),Devilman Time Travellers di Go Nagai ( d/books), Cento per cento Cavazzano ( Edizioni If),Fantazoo ( ReNoir), Telefilm magazine n.34 ( Press Factory),La Gilda 1 di Martìn e Dragan ( ReNoir),Fumo di China n.156 ( Cartoon Club), Scuola di fumetto n.55 ( Coniglio Editore), Timoty Titan ( ReNoir), Los Profesionales di Carlos Gimenez ( Black Velvet), La Divina Commedia n.3 di Go Nagai (d/books), La Scienza tra le nuvole di Gaspa e Giorello ( Raffaello Cortina Editore), Cocco Bill di Jacovitti ( Stampa Alternativa), Irripetibili di Luca Boschi ( Coniglio Editore).
E ho preso anche una multa per non aver pagato il ticket sulle strisce blu !

LUCCA COMICS 07/ Fumettisti

Oggi a Lucca, al salone annuale dei Comics : Un ragazzo di Bergamo mi domanda gentilmente un parere sulle sue tavole a fumetti. Mi snocciola la cartellina e vedo dei disegni che mi ricordano un po' Mattotti, un po' Milazzo, un po' i manga. Uno strano connubio dal tratto acerbo ma promettente.
" Hai già fatto vedere tuoi disegni a qualche editore? " domando.
" Si, a qualcuno, ma..boh...non mi ricordo i nomi."
Un po' allibito continuo a domandare: " Quali fumetti leggi?"
E lui: " Una volta leggevo un po' di manga ma ora i fumetti non li leggo più!"
Allora io mi domando come sia possibile che un giovane aspirante fumettista gironzoli tra i padiglioni senza avere e conoscere alcun punto di riferimento ,un target ,una linea editoriale, nulla. E come si fa a diventare fumettisti e non conoscere( non leggendo) la base del proprio mestiere?

venerdì 2 novembre 2007

Corrier Magic Boy 2007

fNel 1965 la rivista Linus riuscì a sdoganare il fumetto dall’ottica di mero prodotto sottoculturale e destinato ai ragazzi, presentando fumetti destinati a un pubblico più maturo. Tentativo esemplare ma che ha impedito l’evolvere dei fumetti per ragazzi.
Il Corriere dei piccoli della gestione di Mario Oriani nel 1968, grazie a Carlo Triberti, impose una rivoluzione nei contenuti eliminando le storie rimontate in rima baciata, ormai demodè, e presentando tutta una serie di autori e personaggi considerati “colonne” del fumetto mondiale. Anche i redazionali erano scritti con un linguaggio più mode
rno.
Sarà però Giancarlo Francesconi con il Corriere dei ragazzi a perfezionare questa formula anticonformista rivolgendosi ai lettori trattandoli da adulti attraverso temi inconsueti in una rivista per ragazzi ( droga, politica...) ma anche ironizzando assieme a loro quando era il caso. In quegli anni si sono potuti apprezzare Bonvi, Jacovitti, Grazia Nidasio, Tacconi, Peyo, Uggeri, Mort Walker, Silver, Pratt, Battaglia, Leone Cimpellin, Hermann e tantissimi altri. Una fucina di eccellenti autori che garantirebbero il successo in qualsiasi rivista a fumetti. Ma il Corriere dei Ragazzi, con il cambio di vari direttori, si trasformò in un banale e modaiolo CorrierBoy ( poi solo in Boy ) e cessò presto le pubblicazioni, com’era logico che fosse.
E nessun’editore pare voglia rinverdire i fasti di questa rivista, nonostante si organizzato un convegno , tenutosi a Varese nel giugno del 2003 a cura della Fondazione Franco Fossati , dove prestigiosi operatori del fumetto hanno discusso sull’opportunità di un’iniziativa di questo genere.

Tuttavia altre testate, in anni passati, hanno tentato il riaffacciarsi nelle edicole. Di Tiramolla , testata della Vallardi, si è detto tanto: una buona occasione mancata a causa di una politica editoriale confusa che cavalcava la moda dell’ecologia piuttosto che creare una sostanza qualitativa generale. Con la gestione della Comic Art ha pubblicato vecchie storie del personaggio in bianco e nero fino all’inevitabile chiusura. Peccato, perchè il personaggio meritava una miglior valorizzazione.

Anche Il Giorno dei Ragazzi , L’Intrepido, Il Vittorioso hanno tentato un timido ritorno alle edicole ma senza successo. Alfredo Castelli ci provò con Magic , una rivista che pareva rinverdire i fasti del vecchio Corriere dei ragazzi ma l’esperimento durò solo quattro numeri. Il Giornalino ha avuto una specie di rinnovamento abbassando il target dei suoi lettori: il tempo potrà dirci se è stata una buona scelta o no, ma ho i miei dubbi. Pare che anche lo storico settimanale Topolino , nonostante gli allegati, abbia il fiatone. Colpa della crisi
editoriale? Mancano le persone giuste nelle redazioni giuste, forse.
Ma la speranza di rivedere in edicola un settimanale che raccolga fumetti di qualità, con
grandi nomi, rivolto a un’ampia fascia di lettori,con rubriche varie non muore mai. Oltr’alpe,un settimanale come Spirou è in edicola da più di sessant’anni e al suo interno ha nomi di spicco del fumetto e una cura editoriale ammirevole. Da noi tutto questo sarebbe davvero un insuccesso?

Doppiaggio o sottotitoli?

Una doverosa premessa:io se devo leggere “ Guerra e pace” di Tolstoj non lo leggo in Russo ma preferisco una buona edizione con ( se possibile) una buona traduzione.
Ma senza andare a scomodare i classici Russi, di qualsiasi lingua si tratti se esiste una versione Italiana scelgo quella. E questo vale anche per i film.
Il doppiaggio è per sua natura traditore, si dirà, ed è oggettivamente vero. Ma , a parte la praticità e l’immediatezza rivolta a un pubblico eterogeneo di cui si è già discusso, a volte un edizione Italiana è indispensabile.
L’autore qu
ando crea un’opera si rivolge a un suo pubblico, ci dialoga, gli strizza l’occhio, gli propone un certo linguaggio che non sempre è universale ( per via di modi di dire, abitudini culturali, ecc…). Pensate a un film di Totò all’estero. Chi capirebbe l’espressione “ Guarda Omar quant’è bello, spira tanto sentimento.” ? Un doppiaggio è d’obbligo, in questi casi.
Ma all’inverso in un film con Groucho Marx questo deve sigillare una lettera e dice al fratello:”Give me the seal!” ( Seal in Inglese vuol dire sigillo ma anche foca) E il fratello gli porta una foca! In Italiano per poter mantenere il gioco di parole visivo venne doppiato con : “ Focalizziamo!”
E’ assolutamente vero che esistono doppiaggi sciatti o quantomeno ingenui, ma non ritengo che siano la maggioranza. Purtroppo , oggi, a differenza degli anni 40, si deve fare i conti con una realtà industriale fatta di innumerevoli emittenti tv e satellitari, videogiochi, dvd ecc…che impone
una lavorazione a ritmi serratissimi che ha contribuito, talvolta, a un appiattimento qualitativo. La politica della concorrenza spietata, l’appalto al prezzo più basso, un atteggiamento sindacale discutibile e la scarsa considerazione degli imprenditori e distributori su questa questione rischiano di incrinare il primato Italiano dei migliori doppiaggi.
Un buon doppiaggio, si sa, costa. A volte se ne fa anche a meno: molto meglio spendere soldi in altro modo che doppiare un film. Magari per la pubblicità, le ospitate in tv, i cachet alle starlette di turno, ma mai per un buon doppiaggio. Proprio per questo motivo , contrariamente a quanto si dice, da alcuni anni tantissimi film vengono girati in p
resa diretta.
Tanto se a parlare è la stellina di turno e non sa spiccicare due parole in fila, che importa? Però la stellina che è innalzata a prima attrice ha una paga stratosferica, il doppiatore che (
eventualmente) deve rimediare alla sua recitazione è tanto se piglia cento euro!
Beninteso, ci sono anche casi di pessimo doppiaggio: voci sbagliate, adattamenti raffazzonati, scelte di direzione ingenue e via dicendo…E'
capitato e capiterà ancora. Ma, a mio avviso, a volte la colpa è del disinteresse del committente: ci si affida a professionisti sbagliati: magari anche bravi ma non abbastanza da cogliere l’atmosfera di un certo film. C’è chi è bravo a dirigere il doppiaggio di cartoni animati, chi di film d’amore e chi di telefilm, per esempio. Ma senza creare assurde divisioni c’è chi è bravo a fare tutto! Basta cercarlo e..pagarlo il giusto. Basterebbe pagarlo secondo le tariffe scritte sul contratto Nazionale stipulato pochi anni fa e non da tutti rispettato. Però alla voce “doppiaggio” il portafoglio langue sempre.
Eppure lo sapete quanto guadagna un doppiatore? 67,32 euro ogni tre ore di lavoro, più 2,1
4 euro ogni riga di copione che legge! Molto meno di tanti attori che imperversano a Natale, tanto per dirne una, ma probabilmente più bravi.
Per concludere , va da sé che sono favorevole alla scelta di poter vedere i film
ANCHE in lingua originale ,se si vuole, ( io stesso sono curioso di sentire la pista originale nei DVD ) ma ritengo che un’opera dell’ingegno ( telefilm, film, libro, fumetto…) debba essere usufruita da tutti e nel modo più consono. Il doppiaggio , se fatto bene, assolve egregiamente questo compito e aggiunge un plusvalore ai telefilm e ai film. Ne vogliamo discutere?

giovedì 1 novembre 2007

L'uomo da un milione di voci


Nel corso degli anni mi è capitato di doppiare un bel po' di cartoni animati, di tutti i tipi: Francesi, Giapponesi, Americani.... Questo mi ha permesso di accumulare una certa esperienza della quale faccio tesoro tutt'ora.
Anni fa vennero indetti dei provini per trovare le voci Italiane alla serie degli Animaniacs prodotta da Steven Spielberg e la società di doppiaggio che se ne occupava mi chiamò per dare la voce a Pinky, lo stolido topo bianco da laboratorio che conosciamo col nome di Mignolo. Le prove-voce vennero inviate in America a Spielberg e ci fu una lunga attesa finché non mi venne annunciato che il regista di E.T. in persona scelse me come doppiatore della serie ( roba da far bella figura nei salotti buoni, mica bubbole!). Alla serie degli Animaniacs si aggiunse, successivamente, una lunga serie di episodi con protagonisti Pinky e Brain ( Mignolo & Prof) . Fu una vera fatica lavorarci perché a doppiare in originale gran parte dei personaggi era un attore d'eccezione: Rob Paulsen.
Negli U.S.A. Rob Paulsen è sopranominato "the master of a million voice" data la sua straordinaria abilità vocale. Nel 1995 per la sua interpretazione di Yacco ( protagonista degli Animaniacs) ha avuto una nomination all'Annie Awards , considerato il premio massimo del'industria del cinema d'animazione, e un'altra nel 1998 per il doppiaggio di Pinky, giustamente! E' meritatamente considerato l'erede di Mel Blanc, lo storico doppiatore di tantissimi personaggi dei cartoni animati come Bugs Bunny, Silvestro, Barney Rubble, Speedy Gonzales, ecc... ( E un post dedicato a lui ci sta tutto, prima o poi!)
Chi scrive cercava umilmente di avvicinarsi alla duttilità vocale di Paulsen e alla sua genialità ma invano . Prossimamente inserirò un video dove il nostro fa sfoggio della sua voce, divertendosi e divertendoci molto!

Dynasty in DVD


In America gli appassionati di telefilm non hanno che da scegliere: sono in vendita i DVD di serial tv come Dallas , Melrose Place, e tra i tanti anche i primi due cofanetti di Dynasty. Anche nel nostro paese è prevista la pubblicazione di questa saga ma l'uscita è stata sempre rimandata.
Nel 1980 la rete televisiva CBS riscuote un enorme successo con Dallas e il mistero di chi abbia sparato al perfido J.R. e la concorrenza cerca di porvi rimedio. La ABC si rivolge ad Aaron Spelling, il produttore reduce dal successo di Love Boat, e gli chiede un telefim similare se non superiore: così Spelling si associa con Richard ed Ester Shapiro che gli propongono un soggetto interessante: Oil, una saga che oppone una famiglia ordinaria a una dinastia di petrolieri. Al progetto di cast iniziale che prevedeva George Peppard e Angie Dickinson vengono poi scelti John Forsythe e Linda Evans. La serie viene ribattezzata Dynasty, dove tutto è molto più lussuoso rispetto a Dallas, tant'è che la stampa fa notare che nel set scorre vero champagne e vengono indossati gioielli autentici . Sebbene si affrontino temi realistici come l'omosessualità e i contrasti sociali la serie però non decolla e per i protagonisti del clan di Denver sembra già arrivare la fine. Il pubblico vuole la dismisura? Ebbene sia! L'ultimo episodio della prima stagione termina con l'entrata in scena di una misteriosa dama velata pronta a testimoniare contro l'ex marito che ha ucciso l'amante del figlio, ma sarà solo nella stagione successiva che si paleserà Alexis E' a un'altra coppia di sceneggiatori esperti in soap, Eileen e Robert Pollock, che si deve la creazione di questo personaggio che diventerà il simbolo del serial. Dapprima vengono contattate Sophia Loren, Ursula Andress e altre attrici ma sarà l'Inglese Joan Collins a interpretare la parte fino alla fine delle nove stagioni televisive, nonostante diverse discussioni con la produzione atte ad aumentare il suo compenso man mano che la serie riscuoteva successo. Nel corso degli anni la serie arriva ai primi posti in classifica , vengono create bambole con le sembianze delle protagoniste, un profumo giunto anche in Italia, libri, romanzi e anche uno spin-off di breve durata: I Colby dove nel cast ci sono Charlton Heston , Barbara Stanwyck e Katherine Ross.
A Dynasty non interessa sedurre l'audience maschile: è stato creato da una donna ed è rivolto in prevalenza alle donne con un messaggio ormai chiaro: voi valete quanto i vostri uomini, perciò prendere il vostro destino in mano! Caso inusuale è che spesso sono le protagoniste a sorprendere gli uomini a torso nudo o addirittura a spogliarli loro stesse.
Altro elemento di novità per l'epoca è trattare l'argomento "omosessualità" in prima serata. Il giovane e tormentato Steven Carrington , nel corso delle puntate, permette di rendere familiare un personaggio gay al pubblico Americano conservatore senza insistere troppo sul significato sociale del messaggio. Considerando i tempi ,i coniugi Shapiro hanno sgretolato certi stereotipi mettendo l'accento sul fatto che un omosessuale non è facile da riconoscere a colpo d'occhio visto che Steven è seducente, virile, pronto a menare le mani quando serve e abile negli affari di famiglia. Il tutto, ovviamente, nel quadro del melodramma ( anche un po' "camp" ) tipico dei serial analoghi dove si cercano prima di tutto forti emozioni, anche esagerate. Ci si appassiona agli scontri col padre omofobo, al processo per la patria potestà di suo figlio e all'intolleranza generale verso un tipo di affettività diverso. Tuttavia, se il sesso è un elemento principale del serial, bisogna constatare la riservatezza col quale viene trattata la vita di Steven: oltre a timidi abbracci o mani nella mano non si va! Sarà Rock Hudson a dare un'evoluzione dell'immagine del gay in tv rivelando di essere malato di AIDS proprio durante la lavorazione della quinta stagione.
La serie termina nel 1989 con un finale aperto che sembra dare la speranza a ulteriori sviluppi che ci verranno raccontati solo in un successivo film del 1991( "La riunione") ma ancora oggi Dynasty è considerato uno dei telefilm storici della tv dando l'avvio a numerosi fan club, parodie ( un film porno quasi omonimo) e romanzi paralleli.
In attesa di repliche da parte di qualche emittente televisiva ( In chiaro o satellitare) le speranze sono rivolte alla pubblicazione dei DVD in lingua Italiana.